Nella mostra dal 11 al 23 Agosto, 2017 nello spazio espositivo della Sala S. Domenico, in Via Airenti 2, a Dolcedo (Im), espongo insieme a sculture quadri e vetri, alcune ceramiche della serie “Frammenti”, realizzate con prodotti di scarto, “scorie”, derivanti da manufatti di argilla che durante la cottura in forno hanno raggiunto temperature molto elevate e sono rimasti accidentalmente per un tempo prolungato a contatto diretto con il fuoco. Questi materiali sottoposti a un procedimento di cottura irregolare, si possono surriscaldare fino a frantumarsi, bruciare e carbonizzarsi, e i composti terrosi o metallici presenti nell’impasto come la silice l’alluminio e il ferro possono fondersi insieme, e per questo in alcune parti l’argilla quasi come un meteorite che attraversa l’atmosfera, si scioglie come lava vulcanica fino a modificarsi plasticamente diventando scoria, clinker, risultando uno scarto inutilizzabile di vetro e metalli fusi insieme. Premesso che trattare questi resti di fornace come un comune prodotto ceramico così trasformato, diventa difficile da manipolare e utilizzare come materiale su cui attuare i procedimenti di lavorazione della normale ceramica. Tuttavia, contro ogni regola usualmente applicata alla lavorazione dell’argilla, affascinato da questo particolare prodotto di scarto, ho applicato normali pigmenti sulle superfici ceramiche ed ho provato a ricuocere e ad assemblare tra loro con grappe di piombo fuso questi insoliti frammenti.